Di particolare interesse sono i numerosi resti dei baraccamenti militari del conflitto mondiale del 1915-1918, parte dei quali ben arroccati su inaccessibili creste rocciose. Non è nemmeno raro imbattersi ancora in resti di utensili militari e a riguardo è consigliabile il passaggio (per altro obbligato per la translagorai) al Rifugio Cauriol (m. 1600) che conserva al suo interno una discreta collezione di oggetti ritrovati (scarpe, padelle, armi, utensili, libri). Ma ora un pò di storia, descritta molto sommariamente, ma utile ad acquisire uno sguardo più critico, attento e rispettoso durante le escursioni in questi luoghi.
Correva l’anno 1915 quando la 90ª Divisione di Fanteria austro-ungarica stava appostando la controffensiva alle truppe italiane, che stavano avanzando da sud, proprio sul Lagorai.
Scelse questa catena proprio per le sue caratteristiche morfologiche. Verso sud si presenta come una lunga bastionata rocciosa interrotta solo da stretti passaggi obbligati, che provvide a rafforzare ulteriormente con una fitta rete di trincee, teleferiche, mulattiere, casermette e gallerie.
L’Italia schierava invece la 15ª Divisione composta dalla Brigata Venezia, Brigata Abruzzi, Battaglioni Alpini Feltre e Val Cismon, il 2° Reggimento Bersaglieri e l’84° Reggimento di Fanteria.
Il 24 Maggio 1915 gli italiani iniziarono l’avanzata in questo settore attestandosi inizialmente sulle direttrici di Forcella Valsorda, Cima d’Arzon, Stretta di Pralongo, Val Regana e Forcella Magna.
Nei mesi successivi conquistarono Monte Cima, Cima Rava, Cima D’Asta, Passo Cinque Croci e il Castellazzo nei pressi del Passo Rolle.
Nell’estate del 1916 le azioni di punta nel Lagorai vennero brillantemente condotte dal Magg. Gen. Giuseppe Ferrari a capo del "Nucleo Ferrari". L’attacco venne sferrato il 21 luglio 1916 dopo alcuni giorni di avanzate notturne nei punti chiave di Forcella Ceremana, Passo Colbricon e Cavallazza. L’effetto sorpresa portò fruttuosi risultati che fecero retrocedere le truppe austro-ungariche sul Piccolo Colbricon, mentre la scoscesa cordigliera di Ceremana e Vallon era saldamente in mano al "Nucleo Ferrari".
Nell’agosto dello stesso anno l’attenzione si spostò contemporaneamente verso Cima Cece e il Monte Cauriol.
La prima doveva essere un’azione diversiva per indebolire la controffensiva all’azione principale, che si sarebbe tenuta sui fianchi sud-est del Monte Cauriol da parte degli alpini del Battaglione Monrosa e sud-ovest dagli alpini del Battaglione Feltre.
Entrambe le avanzate fruttarono prima la conquista di Cima Cece, Forcella di Cece e Forcella Valmaggiore e successivamente, anche sul settore principale, il Monte Cauriol.
Quest’ultima battaglia è tristemente nota per i sanguinosi scontri che portarono al massacro corpo a corpo di entrambi gli eserciti sotto i furiosi colpi di artiglieria.
Da Cima Cece l’occupazione dei reparti italiani si aggiudicò anche il Coltorondo (14 settembre), il Cardinal (23 settembre) e la quota 2456 della Busa Alta (5 ottobre).
Quell’anno ebbe purtroppo inizio un rigidissimo inverno che contribuì ad aggravare le perdite di vite, già altissime in quell’anno su entrambi i fronti a causa delle valanghe che spazzarono via interi reparti e il freddo che martoriò in particolare le postazioni più in quota.
Al termine dell’inverno si censirono sommariamente in tutto il settore del Lagorai, dall’inizio della guerra, circa 10.000 morti solo fra le truppe italiane.
Da quel momento in poi, l’idea di una discesa degli italiani fino in Valle di Fiemme fu abbandonata a causa dell’indebolimento dell’esercito subìto soprattutto durante il precedente inverno.
La guerra sul Lagorai divenne così guerra di trincea mirata solo al mantenimento delle posizioni.
Fu la battaglia del Piave nel 1918 che sancì la disfatta dell’esercito austriaco e il relativo ritiro verso nord.
Le truppe italiane scesero a Cavalese l’11novembre 1918.
Entrata del Comando sulla Cavallazza Piccola
Il Colbricon con vestito invernale
Il Cauriol
La Busa Alta vista dal Cardinal
Il Cauriol visto dal Cardinal
La Catena dei Lagorai vista da Cima Cece
Postazione su Cima Cece
In vetta al Cauriol