martedì 27 dicembre 2011

Il fatto di Carzano

Era la notte tra il 17 e il 18 settembre 1917 e la linea del fronte correva lungo il torrente Maso, con gli italiani schierati ad est e gli austriaci ad ovest. Il comando italiano aveva preso degli accordi segreti con il tenente sloveno Pivko di stanza a Carzano: la guarnigione austriaca a guardia del paese era stata narcotizzata e rinchiusa nella chiesa e la corrente che alimentava i riflettori era stata staccata. Il tenente Pivko ed i suoi uomini guidarono le avanguardie del 72° Battaglione bersaglieri dell'esercito italiano attraverso i reticolati nella parte bassa del paese. Le sentinelle austriache vennero uccise e gli italiani si spinsero nel centro di Carzano e poi verso Telve.
Secondo i piani, i circa 40.000 soldati italiani schierati dietro il torrente Maso avrebbero dovuto approfittare del varco creato dai bersaglieri, travolgere le scarse difese austriache e dirigersi velocemente verso Caldonazzo, dove si trovava l'Imperatore Carlo d'Asburgo e da qui a Trento.
La prima fase dell'operazione si svolse come previsto, ma poi qualcosa andò storto. L'allarme austriaco suonò verso l'una di notte ed il comandante italiano di Strigno tergiversò nel far avanzare le truppe verso Carzano, inviando meno di 1.000 soldati e dando poi l'ordine di sospendere l'attacco. Si perse così del tempo prezioso e gli austriaci riuscirono a riorganizzare le difese. Il 72° fu così accerchiato e annientato nel corso di un furioso combattimento corpo a corpo.
Numerosi bersaglieri furono fatti prigionieri e circa 900 soldati morirono nella sfortunata operazione militare e furono sepolti in fosse comuni nei dintorni del paese.
La "battaglia di Carzano", che secondo alcuni storici avrebbe addirittura potuto evitare la tragedia di Caporetto, si concluse quindi in una tragica disfatta.


Testo tratto dalla pubblicazione "ECOMUSEI DEL TRENTINO"
Ecomuseo del Lagorai
Sede: presso il Municipio di Telve - Piazza Vecchia, 18
Telefono: 0461 - 766714

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